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Buttiamo un occhio alle notizie più succose del mondo dell'architettura di questi giorni. Ho scovato un geniale restauro di un monastero convertito in hotel. Premesso che amo le atmosfere gotiche, quando ho visto le sistemazioni degli interni contemporanei abbinati alle enormi aperture dell'ex monastero, ho visto la casa dei miei sogni...
da archiportale.com:
16/02/2011 - Il completamento del restauro del chiostro Kruisheren a Maastricht e l'apertura al suo interno del Kruisherenhotel, porta la firma di SATIJNplus Architecten. L’intervento ha conferito una funzione innovativa all’ex Monastero dei frati della Santa Croce, risalente al XV secolo, rimasto abbandonato a se stesso per oltre 25 anni.
Questo nuovo ruolo implica anche un impulso vitale, sia per il futuro del monumento stesso sia per la riqualificazione della parte circostante della città.
 
L'architettura della chiesa e del chiostro è in stile gotico. I materiali utilizzati sono uno zoccolo di colore blu-grigio in pietra di Namur e le pareti in marna gialla tratta dalla cava di marna St Pietersberg a sud di Maastricht. Il tetto in legno della chiesa è quello originale del XV sec. Le arcate sono caratterizzate da affreschi del XVI secolo, uno dei quali, fra i più importanti, nella cappella di S. Gertrude, raffiguranti episodi della vita della Santa. I pavimenti in legno delle ali del chiostro, risalgono probabilmente al periodo in cui è stato originariamente costruito.

Tutti gli elementi della ricca storia del complesso monumentale ancora presenti sono stati rispettati e conservati nell’intervento di restauro/conversione. In alcuni luoghi, sono stati aggiunti al chiostro originale nuovi elementi architettonici in relazione al nuovo ruolo di hotel, come l'ingresso, il cortile interno e la nuova dependance. Per queste aggiunte è stato sviluppato un "linguaggio architettonico delle forme" contemporaneo caratterizzato da linee armoniose e materiali contrastanti.
L'hotel dispone di 60 camere moderne a cinque stelle. Ci sono 50 camere nelle ali del chiostro, sette nella portineria Rinascimentale e tre in un nuovo e moderno edificio in acciaio corten denominato “Casa Nova”.


L'interno è stato progettato dal designer di interni di fama internazionale Henk Vos. Ognuna delle 60 camere dell'hotel ha un proprio carattere individuale contemporaneo. La storia culturale del chiostro e della città di Maastricht hanno svolto un ruolo importante nella loro progettazione.


La navata della chiesa contiene un soppalco per zona ristorazione sufficientemente grande per 120 persone. Per la prima volta nella storia della chiesa da questo piano rialzato si gode una bella vista sulla città attraverso le finestre del santuario e si possono ammirare da vicino gli affreschi delle arcate. La navata dell’ex chiesa ospita, inoltre, la reception, la lobby, tre lounge corner, un wine bar, una sala conferenze a vetri e un ascensore in vetro che collega la chiesa con le camere d'albergo nelle ali del chiostro. Il corridoio sul lato nord ospita i servizi igienici, una biblioteca e una sala riunioni di piccole dimensioni. Tutti i nuovi spazi e le strutture sono autoportanti, non vi è alcun contatto fisico con il monumento e l’intervento architettonico è del tutto reversibile in modo da preservare il valore del monumento.

Al progetto ha collaborato anche il noto lighting designer internazionale Ingo Maurer. Una serie di corpi illuminanti a forma di piatto sono stati creati per l'illuminazione dell'edificio della chiesa. Durante il giorno, il loro ruolo è soprattutto scultoreo e spaziale, in quanto in forte contrasto con gli archi monumentali e gli affreschi. Di sera proiettano luce in tutti i colori che si riflette sugli affreschi.

Ingo Maurer ha anche realizzato due installazioni luminose per la zona esterna del cortile, creando un sorprendente effetto di contrasto e dinamismo, giorno e notte, che si fonde con le altre caratteristiche di questo chiostro ancora silenzioso.


Il nuovo ingresso principale dell'hotel, l’antica porta laterale della chiesa, si trova sulla Kommel square. Passando attraverso il nuovo “condotto” di zinco e rame a forma di tromba, ospiti e turisti sono attirati all’interno grazie al caldo e accogliente colore rosso del rame illuminato. Quella dell’ingresso è l'unica parte dell’edificio attraverso la quale il complesso mostra alla città la sua trasformazione funzionale.






Nel mentre, è atterrata un'astronave a Lione. Tutta arancione e metallica ha un'interessante controfacciata forata che mi ha fatto venire in mente, anche se molto diverso, l'Intitut du monde arabe di Parigi.
dal sito del progettista:
The ambition of the urban planning project for the old harbor zone, developed by VNF (Voies Naviguables de France) in partnership with Caisse des Dépôts and Sem Lyon Confluence, was to reinvest the docks of Lyon on the river side and its industrial patrimony, bringing together architecture and a cultural and commercial program.

These docks, initially made of warehouses (la Sucrière, les Douanes, les Salins, la Capitainerie), cranes, functional elements bound to the river and its flow, mutate into a territory of experimentation in order to create a new landscape that is articulated towards the river and the surrounding hills.

The project is designed as a simple orthogonal « cube » into which a giant hole is carved, responding to necessities of light, air movement and views. This hole creates a void, piercing the building horizontally from the river side inwards and upwards through the roof terrace.

The cube, next to the existing hall (the Salins building, made from three archs) highlights its autonomy. It is designed on a regular framework (29 x 33m) made of concrete pillars on 5 levels. A light façade, with seemingly random openings is completed by another façade, pierced with pixilated patterns that accompany the movement of the river. The orange color refers to lead paint, an industrial color often used for harbor zones.
In order to create the void, Jakob + MacFarlane worked with a series of volumetric perturbations, linked to the subtraction of three “conic” volumes disposed on three levels: the angle of the façade, the roof and the level of the entry. These perturbations generate spaces and relations between the building, its users, the site and the light supply, inside a common office program.
The first perturbation is based on direct visual relation with the arched structure of the hall, its proximity and its buttress form. It allows to connect the two architectural elements and to create new space on a double height, protected inside the building.
A second, obviously an elliptic one, breaks the structural regularity of the pole-girder structure on four levels at the level of the façade corner that gives on the river side. This perforation, result of the encounter of two curves, establishes a diagonal relation towards the angle. It generates a huge atrium in the depth of the volume, surrounded by a series of corridors connected to the office platforms. The plan of the façade is hence shifted towards the interior, constructing a new relation to light and view, from both interior and exterior. This creates an extremely dynamic relation with the building that changes geometry according to the position of the spectator.
The tertiary platforms benefit from light and views at different levels with balconies that are accessible from each level. Each platform enjoys a new sort of conviviality through the access on the balconies and its views, creating spaces for encounter and informal exchanges. The research for transparency and optimal light transmission on the platforms contributes to make the working spaces more elegant and light.
The last floor has a big terrace in the background from which one can admire the whole panoramic view on Lyon, la Fourvière and Lyon-Confluence.
The project is part of the approach for sustainable development and respects the following principles:

Optimization of the façade conception allowing to reconcile thermal performance and visual comfort with an Ubat < 0,7 W / m2 K and a daylight factor of 2% for almost the total number of offices, a thermo frigorific production through heat pumps on the water level and the replacement of new hygienic air with recuperation of high efficient calories of the extracted air.

The building is connected to future huge floating terraces connected to the banks of the river/ quays.


PROGRAM:

commercial: headquarters Cardinal Group, real estate development
cultural: Design Showroom RBC

Showroom concept:

This project was about bringing together a showroom dedicated to the world of design objects inside the architecture of an existing building: « The Orange Cube ». The intention was to bring the worlds of Architecture, Design and the uniqueness of the site in Lyon together into one experience.

JAKOB + MACFARLANE decided to take the language of the Cube, which is based on the fluid movement of the River Saône and in a sense project this movement inside the space of the showroom. Thus imagining the space as an extrapolation of the façade, a virtual three dimensional river or volume containing a long porous wall whose 60 “alvéoles” are filled with furniture. This wall wraps around the space of the showroom forming an L. The spectator moves from the spectacular entry wall towards more intimate spaces on the river side. Each “alvéole” is unique in seize and form allowing thus an intimate and private view of each design piece.

The platforms on the floor, made from a series of kitset pants, imagined like islands, can become stages for different thematic presentations.





Tornando in Italia, vi segnalo il progetti per il nuovo stadio di Siena. Se avete visitato quei paesaggi potete capire quanto sia importante preservarne la natura e il progetto in questione, a mio parere, sembra aver considerato fondamentale questo punto.
dal sito del progettista:
Selezionato come vincitore nella sezione “Retail and Leisure”, il progetto architettonico e paesaggistico di Iotti + Pavarani Architetti (team leader) e Marazzi Architetti, sviluppato in collaborazione con Arch. Giovanni Cenna(progetto architettonico), Favero&Milan (strutture), Manens Intertecnica (impianti) e AI Engineering (studi ambientali e paesaggistici) si è aggiudicato nel 2004 il primo premio nel concorso internazionale di progettazione in due fasi indetto dal Comune di Siena per il Nuovo Stadio a Isola d’Arbia ed è stato successivamente sviluppato in ulteriori fasi di progettazione (Il progetto definitivo è stato approvato nel 2009).
 
Il progetto verrà esposto con gli altri vincitori delle diverse categorie al Mipim di Cannes, il principale Forum Internazionale dedicato al Real Estate che si terrà dal 8 al 11 marzo 2011, e pubblicato all’interno del catalogo ufficiale della manifestazione. La cerimonia di premiazione avverrà mercoledì 9 marzo al Palais Stephanie di Cannes.

La giuria ha individuato sette vincitori fra centinaia di candidati, con progetti sviluppati in Qatar, Cina, USA, Gran Bretagna, Dubai, Italia e Francia. Tra i vincitori di questa edizione ci sono, in altre categorie, Skidmore, Owings & Merrill, Terry Farrell & Partners, Arup, mentre nelle passate si annoverano Jean Nouvel, Mario Cucinella, Coop Himmelblau, LAN Architecture.
 
Il progetto del Nuovo Stadio prevede la riorganizzazione di una area vasta di circa 40 ha  a Isola d’Arbia (5km a sud del centro città) quale parco dello sport e l’inserimento di una nuova struttura sportiva – dimensionata su un campo di gioco regolamentare per la massima categoria ed una capienza di 20.000 spettatori a sedere coperti –  “adagiata” e conformata sulla morfologia del paesaggio circostante, con una proposta che si afferma per il riuscito inserimento paesaggistico di una infrastruttura – generalmente invasiva - nel contesto delicato e stimolante delle colline toscane intorno a Siena e per l’attenzione prestata al rispetto di principi di sostenibilità ambientale. Il progetto sviluppa infatti il tema dello stadio assumendo l’eccezionale geografia delle aree proposte come condizione irripetibile: superando il consueto modello del contenitore chiuso ed introverso, come un Anfiteatro Greco lo stadio si apre per accogliere il paesaggio ed inquadrare Siena sullo sfondo.

Il progetto è stato sottoposto alle procedure di valutazione di impatto ambientale e di verifica della compatibilità paesaggistica con risultato positivo. Inoltre, date le caratteristiche di eccezionalità del progetto, Ai Engineering ha sviluppato anche l’Analisi del Ciclo di Vita (LCA – Life Cycle Assessment) dello stadio e delle urbanizzazioni circostanti. Tale metodologia, innovativa in Italia nell’applicazione alle costruzioni, ha dimostrato come le scelte progettuali condotte garantiscano una reale sostenibilità ambientale del nuovo impianto.


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