Ha fatto clamore l'intervista delle due mine vaganti della moda italiana su Panorama. La notizia è stata ripresa da molti siti e blog, anche perchè è apparsa come una clamorosa virata...
Domenico Dolce e Stefano Gabbana, infatti, si sono sempre contraddistinti per portare anche in passerella la causa lgbt anche se abbinata alla loro peculiare reinterpretazione della moda tradizionale italiana: fece clamore l'intervista a Vanity Fair del 2005 nella quale espressero il desiderio di diventare padri...
Oggi Dolce e Gabbana è "solo" un marchio, i due stilisti non sono più una coppia nella vita privata anche se di recente c'è stata la famosa lettera pubblica "dell'amore unico"... Insomma, ognuno si fa i pippi sua!
I due stilisti sono sempre stati vicini al centrodestra: hanno vestito il Milan, parlano spesso tramite testate Mondandori e la loro visione dell'impresa non è certo marxista. Per cui: perchè scandalizzarsi?
Dopotutto, parlo da milanese,
nella città della moda
sono molti i gay a pensarla come Dolce & Gabbana:
non siamo adatti per avere una famiglia,
figuriamoci crescere dei figli...
nella città della moda
sono molti i gay a pensarla come Dolce & Gabbana:
non siamo adatti per avere una famiglia,
figuriamoci crescere dei figli...
E' un'opinione diffusa che si scontra con un'altra dura realtà: la crisi della famiglia tradizionale e del matrimonio. E i gay sono tra i figli di questa crisi.
Messi sul piatto tutti questi elementi, devo però dire una cosa: anche noi gay dobbiamo imparare che ci sono opinioni diverse, tante, che vanno rispettate, proprio perchè abbiamo imparato dal non ricevere ascolto e rispetto altrui. Anche un gay può pensare diversamente da Arcigay, fa parte della maturità, di una società civile!
Non voglio dare troppo spazio a una notizia già trita e ritrita, pertanto concludo dicendo: sono sempre e comunque venditori di mutande e magliette, a qualcuno devono pur riferirsi per vendere...