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#EMPIRE - Jussie Smollett dice che c'è troppa omofobia nel mondo!

Empire


Omofobia globale, queste le parole esatte di Jussie Smollett, fresco di coming out, protagonista della serie TV della Fox Empire!


jussie+smollett

Le parole di Jussie Smollett, che interpreta un figlio gay nello sceneggiato di successo in onda su Sky, arrivano in una settimana molto turbolenta, quella della tempesta Dolce&Gabbana!



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Jussie, che abbiamo visto come mamma l'ha fatto, è intervenuto da Ellen DeGeneres e le parole sembrano profetiche, come quelle di Sam Smith di qualche settimana fa...


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TvZap, portale del gruppo Espresso, l'ha intervistato dopo l'intervento da Ellen! Sentiamo cos'ha detto:

Dopo aver raccontato della sua vita personale da  Ellen DeGeneres, abbiamo intervistato l’attore, 31 anni. Ha cominciato a recitare da bambino, scrive canzoni, canta, compone. E finalmente mette a tacere le voci che lo tormentano: “E’ o non è gay ? Dopo quello che ho dichiarato nessuno dovrà più soffermarsi a chiedere.
Negli States la casa discografica di Lucious Lyon (Terrence Howard) continua a mietere record e su Fox, in Italia, ogni martedì alle 21:50 sul canale 112 di Sky, la serie Empire miscela Dreamgirls e Timbaland, battaglie all’ultima rima e regolamenti di conti in famiglia. Siamo ai confini del terzo episodio e tra i figli di Lucious e la moglie Cookie (Taraji P. Henson), appena scarcerata, già c’è aria di faida. Gli eredi dell’impero dell’hip-hop sono tre: Trai Byers (Andre), Bryshere Gray (Hakeem) e Jussie Smollett, nel ruolo di una star R&B (Jamal Lyon) che non ha ancora reso pubblica la sua omosessualità, per paura di far crollare il colosso discografico costruito dal padre.
In una recente intervista con Ellen DeGeneres, Smollett ha scelto di parlare apertamente della vita privata, mettendo a tacere i “rumors” sulla sua sessualità. “Mi chiedono se sono ‘in the closet’ (nell'armadio) come Jamal oppure no, se ho già svelato che sono gay o meno. Non c’è mai stato per me un armadio segreto dove rinchiudere la mia sessualità” ha dichiarato l’attore, 31 anni, durante lo show. “E’ questa la ragione per cui ho scelto di non parlare della mia vita personale” ha proseguito. “Senza dubbio non mi sono nascosto. E vorrei metterlo bene in chiaro, soprattutto ora”.
Jussie, qual è la sua opinione a proposito della community hip-hop e rap? L’omosessualità è considerata ancora un tabù in questo ambito?
Lo è. E mi fa molto piacere parlarne. Empire non è una serie tv che intende raccontare l’omofobia all’interno della comunità black. Empire parla di omofobia in una famiglia che casualmente lavora nella black music e ha a che fare con hip-hop, rap ed altri stili di musica. Non si tratta di smascherare il razzismo nell’hip-hop ma di inquadrare i problemi di una famiglia, una famiglia disfunzionale che non riesce a comunicare e non accetta un figlio come Jamal. I Lyon dialogano solo vendendo dischi e componendo musica. Giovani artisti col sogno di sfondare nella musica black sanno quanto sia difficile. L’omofobia riguarda tutti. Anche voi italiani. Tra i miei più cari amici ho italiani, ebrei, brasiliani, spagnoli, russi, irlandesi… Tutti, ogni giorno, devono affrontare insulti omofobi. In ufficio, in palestra, per la strada, al supermercato. L’omofobia, in qualsiasi forma, è epidemica, dilagante. Quello che conta è reagire, smetterla di isolarsi, unirsi per far fronte al problema. Sono a favore dell’attivismo in questo senso.
L’omofobia non è solo un problema dell’hip hop, dunque?
Si tratta di una questione molto più ampia e generale: direi una menzogna se negassi il conflitto tra gay e hip-hop: sono due mondi che non riescono ancora a parlare. Ma a questo punto vanno menzionati l’heavy metal, il funk e il rock. L’omofobia non si annida solo nella musica black, ha contagiato il mondo intero. E’ globale.
Quando lei ha portato in tv il personaggio di Jamal, ha pensato alle libere associazioni vita vera/serie televisiva? La co-star Malik Yoba, in un’intervista, ha dato per scontato che lei avesse reso noto non solo la sua omosessualità ma la vicinanza e l’impegno con il mondo LGBT.
Credo che parecchia gente si stia ancora domandando: “E’ o non è gay quell’attore”? Dopo quello che ho dichiarato da Ellen DeGeneres nessuno dovrà più soffermarsi a chiedere.
Empire scivola piano piano nei rancori della famiglia Lyon. Lei ha un buon rapporto con la sua vera famiglia?
La mia famiglia e i miei fratelli mi hanno seguito lungo tutta la mia carriera, trasmettendomi un certo distacco dalla fama e dai soldi. Mi hanno sempre fatto capire che se faccio qualcosa, lo devo fare per amore. E mi hanno messo in guardia delle strade tortuose del business. Non potrei lavorare in questo settore se non avessi i piedi ben piantati al suolo.
Come Jamal, anche lei è cantautore.
Meno di un anno fa ero un anonimo cantante indipendente. Sereno, soddisfatto, ma “uno qualunque”. Stavo registrando il mio disco in un piccolo studio che ho a casa quando, solo quattro settimane più tardi, mi ritrovo a Miami alla Hit Factory al fianco di Timbaland e Jim BEANZ. Ed è stata una benedizione la presenza del co-creatore di Empire, Lee Daniels, in quegli studi di registrazione. Ha sentito le mie canzoni, quelle “indie” che avevo registrato precedentemente, e le ha volute per lo show. Non lo avrei mai creduto possibile.
Qual è la relazione che più l’appassiona nella serie?
Quella tra Jamal e il fratello per cui scrive canzoni, Hakeem. Un rapporto così profondo da risultare indistruttibile. Ma è speciale anche quello tra me e Taraji P. Henson/Cookie: madre-figlio in perfetto sincrono quando si tratta di mettersi al lavoro. Mentre con il padre, Lucious, il dolore per Jamal si fa sempre più intollerabile, perché un genitore che rifiuta la vera natura del figlio provoca un dolore lancinante nel suo cuore.
Chi la ispira come artista?
Sono cresciuto con Michael Jackson e Prince. Sono i miei idoli. Nutro naturalmente grande rispetto per Timbaland.
Che ricordi ha del suo ruolo in Genitori cercasi (1994)?
Bei tempi. Sono ancora in contatto con Brandon Quintin Adams, che interpretava mio fratello, e con il protagonista, Emilio Estevez. Ricordo ancora il freddo cane di Minneapolis mentre giravamo, ed io vengo dalla California; la mia famiglia che mi aspettava in camerino quando finivo di lavorare sul set… Un’altra esperienza indimenticabile è stata quella accanto a un grande gentleman di nome Ossie Davis, o a Halle Berry, Martin Sheen e Danny Glover in Queen, una mini-serie tv del ’93. Avevo dieci anni.
Si aspettava che Empire, nel giro di breve tempo, diventasse un fenomeno?
Quando ho ascoltato la musica che stavamo scegliendo per lo show ho avuto subito una visione di come sarebbe stata la serie. Ma non ne ero certo. Poi ho studiato a fondo il copione di Lee Daniels, le sue note a margine, e ci avrei scommesso. Anche se è un terno al lotto; nessuno può mai prevedere il destino di un progetto come Empire.
Jamal evolve di episodio in episodio. Continuerà a supportare il fratello o si dedicherà finalmente ad una carriera tutta sua?
Jamal è un ragazzo sincero, intelligente, acuto. Arriverà ad uno scontro fortissimo con il padre Lucious e a quel punto sarà capace di realizzare il suo percorso e strappar via le catene, mettendo a repentaglio la compagnia di famiglia e le alleanze che si sono create al suo interno. Vedrete un Jamal più cosciente e padrone del proprio presente.
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