Notizie
Caricando...

Quattro chiacchiere con... GAYBURG!

E' con molto piacere che vi presento questa interessante chiacchierata tra due amici, due blogger, due gay italiani...



D: Gayburg nasce nel 2005, come scrivi nelle informazioni del blog, ed è oggi una delle fonti di informazione più autorevoli tra il pubblico gay italiano, come ci si sente?
R: La soddisfazione è soprattutto nel vedere che la linea editoriale scelta si sia rivelata vincente, sia nel mix di argomenti trattati (mi è sempre piaciuta l'idea che chi viene a cercare le immagini di un modello possa ritrovarsi a scoprire qualcosa in più sulle condizioni dei gay in Ghana), sia in un'informazione priva di inutili sensazionalismi e rispettosa della dignità delle persone. È per questo, ad esempio, che non mi piace lanciarmi in illazioni sulla sessualità altrui (anche nel caso di personaggi famosi, ritengo che ognuno abbia il diritto di dichiararsi etero o gay come meglio crede, soprattutto se non sta facendo del male a nessuno) o per cui non pubblico immagini che non siano accompagnate da storie (come nel caso delle biografie dedicate alle pornostar, nelle quali tento sempre di dar risalto alla vita e al bagaglio culturale di chi spesso viene visto come un semplice oggetto del desiderio).


D: Cosa vuol dire gestire un blog oggi? Ormai siamo nell'era dell'internet 2.0, si creano migliaia di nuovi social all'anno, impazzano le pagine personali... Insomma, dove stiamo andando?
R: In realtà la struttura dei blog risulta pressoché immutata dal 2001 (anno della loro nascita) e chi ne aveva predetto la morte all'arrivo dei primi social network si è dovuto ricredere. Quest'ultimi, infatti, si sono affermati nella condivisione dei contenuti, mentre i blog hanno mantenuto il loro ruolo originale di fonte dell'informazione.
Cambiamenti ben più significativi, invece, si sono visti nello stile: dieci anni fa aleggiava l'utopia di una grande rete in cui ogni blog fosse connesso agli altri, così come era diffusa l'idea che i testi dovessero essere sintetici ed essenziali (un po' come oggi lo sono i messaggi dei social). Con il tempo si è purtroppo diventati sempre più autoreferenziali ma, al contempo, meno timorosi nel fornire una completezza di informazione del tutto paragonabile ai media tradizionali.
Riguardo al futuro è difficile fare previsioni. La mia più grande preoccupazione è rappresentata dalla presenza sempre più pressante del marketing, molto interessato nel trovare scorciatoie anche a costo di lasciare terra bruciata dietro di sé. Se un tempo gli articoli raccontavano ciò che accadeva, oggi c'è chi preferisce basarsi sui trend di mercato per confezionare dei pezzi che corrispondano alle chiavi di ricerca più in voga sui motori di ricerca, anche a costo di inventarli o di plasmare la realtà.
Se si considera che a livello pubblicitario è più importante il numero di visite univoche rispetto alle pagine viste, ne consegue che è più redditizio avere un gran numero di visitatori che arrivano da Google piuttosto che creare un prodotto che possa far affezionare i lettori (tanto anche chi arriva e scappa conta uno). Alle volte ricorrendo anche ai cosiddetti "esperti SEO", dei personaggi che troppo spesso propongono trucchetti e scorciatoie che possano far conquistare posizioni sui motori di ricerca indipendentemente dalla qualità del materiale pubblicato. I testi fanno schifo e nessuno linka un sito? Molti esperti SEO proporranno di pagare qualcuno per avere quei link o di acquistare fan su Facebook per millantare risultati che non si sono guadagnati.
Internet rischia così di diventare un grande calderone sempre più governato dagli investimenti e sempre meno premiante della qualità, motivo per cui mi auguro che sia il pubblico a reagire e ad inerire la tendenza attraverso un uso più attento ed esigente della rete.


D: Vittorie e sconfitte: quanto e perché hai dovuto combattere per ottenere questi risultati? Porti ancora qualche cicatrice?
R: Le vittorie sono perlopiù rappresentate dalle grandi e piccole soddisfazioni arrivate nel corso degli anni: dal primo commento alla prima recensione e poi, via via, alle prime interviste, alle citazioni su Wikipedia o alla crescita quasi esponenziale della curva di accessi...
Attualmente sono molto orgoglioso di poter vantare un sito estraneo alle grandi logiche commerciali e seguito da lettori che non mancano di dimostrarsi sempre colti ed attenti.
La più grande cicatrice, invece, è stata una delusione sul piano personale. Sono sempre stato propenso ad offrire la mia disponibilità e il mio aiuto a tutti, ma recentemente mi è capitato anche di incappare in chi me l'ha chiesta per poi sfruttarmi e sfruttare il mio lavoro per il proprio tornaconto. In più di sette anni di attività ho sempre avuto la fortuna di confrontami con persone oneste e desiderose di costruire qualcosa insieme, ma quell'episodio è stato come un brusco risveglio da un sogno piacevole e mi ha riportato alla realtà di un mondo dove c'è sempre il furbo di turno che considera gli altri come una risorsa da spremere e da sfruttare.


D: Qualcuno considera JHP un blog di gossip, per cui: chisseeiii??? Dove abiti? Che lavoro fai? Sei bello? Hai per caso partecipato agli Erection Days? :P
R: Abito a Milano, ho un passato da giornalista e dal 2001 lavoro nel campo dell'editoria web. Fisicamente una persona normale: non ho né la fila di spasimanti sotto casa ma neppure mi ritrovo a non essere mai stato notato da nessuno.
Ma dato che sei un blog si gossip, allora facciamo gossip. Posso dirti che uno dei modelli che mi è capitato di citare su Gayburg ci ha provato con me... [Invidiaaa...]


D: Cosa pensi di questo nuovo governo appena formato? Certamente hai delle priorità tue personali, pensi che troverai delle riposte in questo nuovo corso della politica italiana?
R: Come molti gay, vorrei veder approvato anche in Italia il matrimonio egualitario. Non tanto perché voglia sposarmi nell'immediato, ma perché trovo insopportabile che i miei affetti vengano considerati meno importanti di quelli di un eterosessuale.
Perché mai la mia libertà di amare e di avere una famiglia dovrebbe essere negata solo sulla base del tornaconto personale di tutti quei politici che vogliono strizzare l'occhio agli omofobi e al Vaticano? Anzi, anche sulla posizione dei cattolici avrei qualcosa da ridire: chiunque abbia letto due pagine di Vangelo sa che le scritture suggeriscono di lasciare che siano gli altri a decidere per sé, e così l'odierna posizione anti-gay della Chiesa mi appare quasi come un gioco di potere finalizzato alla conta dei fedelissimi o all'individuazione ed estirpazione di chi non accetta di seguire alla lettera quanto gli viene imposto di pensare.
Sulla possibilità che questo governo possa fare qualcosa ho i miei dubbi, soprattutto dopo la nomina dell'omofoba e transofobica Biancofiore a sottosegretario alle pari opportunità. Lei sarà anche stata rimossa, ma appare evidente che la linea politica dell'esecutivo non ha ritenuto di voler puntare sui diritti civili.


D: Chi o cosa odi? Avendone la possibilità, chi o cosa cancelleresti dal web?
R: Non sopporto i "furbi" che non si preoccupano mai degli altri quando c'è da avere un tornaconto personale (da chi supera la fila a chi provoca grandi licenziamenti dopo aver svuotato le casse per pagarsi le vacanze). Così come non amo per nulla quel sentimento, fin troppo diffuso in Italia, che porta a giustificare ed invidiare chi si arricchisce con l'inganno: tutti criticano i politici, ma molti vorrebbero essere al loro posto solo per accedere ad una fetta della torta. Ed è così che per l'italiano medio Corona è un eroe e Berlusconi fa bene ad andare con ragazze molto più giovani di lui...
Sul web, invece, cancellerei tutto ciò che non è dettato dalla passione e dalla voglia di comunicare. Sono troppi i siti che esistono solo per fare traffico (o per rivenderlo) e che non dimostrano alcun interesse per ciò che fanno.


D: Chi o cosa ami, invece? Possiamo sapere i tuoi gusti? Che film e musica preferisci? Ecc...
R: Amo chi riesce a trasmettere la propria passione. Per me la condivisione vera non è mettere quattro link su Facebook, ma coltivare un interesse e riuscire a renderne partecipi gli altri.
Mi piace molto il cinema (soprattutto di avventura, fantasy o thriller) e alcune serie televisive ad alto budget (quelle che hanno poco da invidiare ad un film, giusto per intenderci).
Musicalmente sono di bocca buona e ascolto un po' di tutto...


D: Il tuo uomo ideale è...
R: Non ho uno stereotipo specifico e spesso valuto l'insieme e la chimica che si genera. Di certo dev'essere un uomo a cui piaccia parlare e che sappia farmi ridere, possibilmente condendo il tutto con un po' di passione.


D: Ti hanno chiesto di sostituire Steve Jobs per il discorso all'Università di Stanford: cosa diresti al mondo?
R: Suggerirei di tornare al vecchio modello di business in cui la vendita era solo l'ultimo anello di una lunga catena. Perché fino a quando continueremo ad affidare al marketing il controllo dell'intero processo ideativo e produttivo (così come troppo spesso oggi accade), ci troveremo sempre a parlare di numeri e mai di idee e di contenuti.
L'innovazione ha dei rischi e dei tentativi destinati a fallire, ma è necessario abbandonare i sentieri delle previsioni economiche certe se si vuole progredire e dar vita ad un qualcosa di nuovo.


Grazie ancora a Gayburg! Che dire ancora? Seguiteci in tantissimi come al solito e anche di più e inondate i commenti di complimenti! :P

Abbiamo parlato con:


Condividi su Google +

About Jimi Paradise

Jimi Paradise vuol dire gossip, celebrità, modelli, bonazzi e tanto, tanto altro...